Recensione: "La specialista del cuore" di Claire Holden Rothman

Ma quanto mi mancava scrivere su questo angolino qui! Temevate o magari speravate che l'afa mi avesse uccisa? Beh no, ma poco ci manca. Che fare allora, a parte una mini vacanza che proprio tale non è, se non rifugiarsi in un luogo piovoso, d'inverno? 
In questa breve premessa vanno anche i miei ringraziamenti a Giulia dell'ufficio stampa per la disponibilità dimostrata e a Ilaria aka Pila, ex blogger di Geeky Bookers senza la cui recensione non mi sarei interessata a questo romanzo.
Buona lettura. C.

Titolo: La specialista del cuore
Autrice: Claire Holden Rothman
Pagine: 379
Prezzo di copertina: 9 euro
Editore: BEAT

Sinossi:
È una gelida notte d'inverno del 1874 quando Honoré Bourret, rinomato medico di St Andrews East, ridente cittadina del Quebec vicina alla foce del fiume Ottawa, entra nella camera di Agnès, la sua bambina di cinque anni, la bacia, esce, poi raccoglie nella sua stanza qualche vestito e i soldi messi da parte per il battesimo di Laure, l'altra figlia di cui sua moglie è in attesa, e scappa. Una fuga generata da un'accusa orribile: aver percosso e affogato sulla riva dell'Ottawa Marie, sua sorella, una ragazza storpia e muta, diventata, a detta degli abitanti di St Andrews East, un peso insopportabile per lui e la sua carriera dopo la scomparsa dei loro genitori. Da quella notte d'inverno, un pensiero ossessivo si insinua nella mente di Agnès: ritrovare suo padre, "quell'uomo triste e tenebroso", e riconquistarlo. Alla morte della madre, incapace di sopravvivere agli eventi, Agnès, la pelle scura come quella di una zingara, viene accudita dalla nonna assieme a sua sorella Laure, bella come un angelo coi suoi capelli setosi e color del grano. Mentre Laure si rifugia nel suo mondo protetto e incantato di bambina dalla salute cagionevole, Agnès coltiva con ostinazione un sogno apparentemente irrealizzabile per una ragazzina del XIX secolo: percorrere le stesse orme del padre, diventare medico, nella speranza di poterlo un giorno incontrare.


La specialista del cuore è una biografia romanzata sulla vita e le opere della dottoressa Maude Abbott, una delle prime donne medico canadesi nel ramo cardiologico.
Claire Holden Rothman, pur essendo un'esordiente, si rivela abile nel ricamare una storia con personaggi fittizi a mescolare realtà e finzione romanzesca, così il lettore ritrova una narrazione semi diaristica condotta in prima persona dalla protagonista che racconta i momenti salienti della propria esistenza corredandoli di sentimenti, impressioni e motivazioni.
Agnes White è la primogenita di Honoré Bourret, stimato accademico di Montreal il quale, coinvolto in uno scandalo dovuto all'accusa mossagli d'aver assassinato la sorella invalida, abbandona la moglie incinta e la figlia primogenita; la bambina, cinque anni appena, sarà spesso perseguitata dal ricordo del padre che stimava tantissimo e dal quale sembra aver ereditato una spiccata inclinazione nello studio delle scienze naturali, elemento che porterà Agnes a voler seguirne le orme nell'esercitare la professione medica. Dietro questa decisione si cela però il bisogno di riparare alla distruzione del nido familiare molto Pascoliana e la segreta speranza di incontrare nuovamente il padre chiedendogli il perché delle sue azioni. Tutto ciò è reso possibile grazie all'intervento di un'istitutrice d'ampie vedute, in seguito amica e confidente di Agnes negli anni della maturità. Dunque miss White, dopo un cammino irto di pregiudizi e ostacoli di sorta, diverrà il dottor White, trovando una fama tardiva dovuta principalmente ad un cuore anomalo, fulcro d'interesse di studi e pubblicazioni della dottoressa e non solo per servizio alla scienza.
Ma la "specialista del cuore" non è un robot privo di sentimenti, infatti nel corso della lettura i successi pubblici e la vita privata del dottor White, segnata da sofferenze, incertezze e forse, infine, qualche spiraglio di luce, si intrecceranno, rivelando un ritratto a tutto tondo di una donna anticonformista che visse in uno dei periodi più tragici della storia dell'umanità, da fine Ottocento agli albori del secondo conflitto mondiale passando per la Grande Guerra.
Unica pecca personalmente e soggettivamente percepita è un calo sensibile d'interesse dopo pochi capitoli che, forse colpa una ricerca su Wikipedia per accertare l'evidente sottigliezza del confine tra la realtà ed il romanzato, ha fatto smarrire l'interesse iniziale per poi farlo scemare gradualmente fino alla conclusione scatenante qualche perplessità. Tuttavia ciò non impedisce di consigliarlo agli amanti del genere o a chi, semplicemente, vuole riscoprire con pochi spiccioli una figura di donna ingiustamente dimenticata.


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Claire Holden Rothman vive a Montreal. Ha conseguito la laurea in filosofia alla McGill University e in letteratura inglese alla Concordia University. Per tredici anni ha insegnato letteratura inglese al College di Marianopolis e scrittura creativa alla McGill. È inoltre autrice di due raccolte di racconti. La specialista del cuore, il suo primo romanzo, è stato eletto tra i sei migliori romanzi del 2009 dalla rivista Quill and Quire.

Commenti

  1. Ma grazie a te per avermi ricordata cara!!!! *-*
    Mi spiace però che il romanzo non ti sia piaciuto tanto...

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    1. E' scritto molto bene e riguarda una donna coraggiosa, questo bisogna riconoscerlo ed è apprezzabilissimo, però le biografie romanzate, se non rappresentano la vera eccezione, non le reggo.
      Per farti un esempio: Becoming Jane. Anne Hathaway e McAvoy sono tanto carini ma la forzatura di equiparare la loro storia d'amore a quella di Orgoglio e Pregiudizio mi ha dato abbastanza sui nervi. Salvo solo il finale che ogni volta mi fa sciogliere però penso sia inutile indorare la pillola, in tutti i casi. Se una determinata persona ha fatto determinate scelte con rispettive conseguenze è quello e basta, non si cambia e non si torna indietro.

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    2. Ah beh...se non ti piacciono le biografie romanzate allora è un altro conto!!!Io le adoro!
      Becoming Jane l'ho visto una sola volta ma non me lo ricordo granché..ho una pessima memoria! XD

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    3. Pensavo questo fosse diverso e invece sono caduta nella trappola. BJ è molto molto triste, io quando lo guardo (raramente) salto direttamente al finale che pur essendo triste è la parte più bella, secondo me.

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  2. M'ispirava, come tutte le ristampe Beat, ma né i biopic né i romanzi storici mi fanno particolarmente impazzire. Questo lo salto, va. :)

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    1. Ci troviamo d'accordo sul fatto che la BEAT sia una benedizione per la letteratura di qualità ma una maledizione per i portafogli se si dovesse acquistare tutto il catalogo.

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    2. Per fortuna, come dici tu, c'è la carissima Giulia che ogni tanto ci accontenta :)

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