#DonaunLibroAccendilaCultura Recensione: "Tutte le altre sere" di Dara Horn

Titolo: Tutte le altre sere
Autrice: Dara Horn
Pagine: 457
Prezzo di copertina: 20 euro
Prezzo ebook: 8,99 euro
Editore: 66tha2nd

Sinossi:
È una fredda sera di marzo del 1861 a New York, e la Guerra Civile è alle porte. I Rappaport sono riuniti a tavola per il seder di Pasqua. Marcus, il capofamiglia, ha appena accettato la proposta di David Jonas, suo socio in affari: la diciassettenne Emma Jonas, affetta da ritardo mentale, sposerà il diciottenne Jacob Rappaport. Ma la notte prima del matrimonio il giovane fugge di casa e si arruola nelle forze dell'Unione. Non passa molto tempo e a Jacob si presenta un'irrinunciabile opportunità di carriera: deve recarsi a New Orleans e, spacciandosi per un fuggiasco, uccidere lo zio che sta progettando un attentato al presidente Lincoln. Il successo dell'operazione porta nuove missioni, nuovi pericoli. Jacob dovrà andare in Virginia e sposare una bellissima spia confederata, Eugenia Levy, appartenente a una famiglia sudista legata ai Rappaport da ragioni d'affari. In un paese spaccato tra Nord e Sud, teatro della più lunga e sanguinaria guerra della storia americana, si consuma per Jacob un cruento crimine di coscienza: in balia della menzogna e divorato da un costante bisogno di approvazione, Jacob è incapace di scegliere il proprio futuro e di comprendere che la vita non "dipende interamente dal capriccio di qualcun altro".




Jacob Rappaport è un rampollo della borghesia ebraica di New York, ha 19 anni e non sa dire di no. La mancata capacità di pronunciare il monosillabo del rifiuto segnerà la sua vita: per sfuggire ad un matrimonio combinato, Jacob si arruolerà tra le fila dell'esercito nordista dell'Unione dove si ritroverà presto ad essere ben più che un giovane patriota militante per la Causa. Le sue origini, la capacità di adattamento ed una predisposizione per la logica che rendono vero, nel caso specifico di Jacob, il luogo comune secondo cui tutti gli ebrei ci sanno fare con i numeri catapultano il signor Rappaport nel mondo fittizio dei servizi segreti, rete estesa da Nord a Sud che vede impigliati tra le sue maglie individui di ogni genere, anche e soprattutto chi non ci si aspetterebbe.
Come le bellissime sorelle Levy, donne al servizio della Confederazione che Jacob avrà modo di conoscere piuttosto da vicino o schiavi i quali, per la scarsa considerazione in cui sono tenuti, divengono perfetti messaggeri e contatti per contrabbandare un passaggio oltre confine conducenti ai piani alti dove le elité che contano davvero si preparano a rivoluzionare tutto, giocando a fare Dio con le sorti di intere città.
Ma tutto questo Jacob non lo sa, è la sua prima guerra e ci si butta a capofitto con il fervore idealistico tipico dei giovani però imparerà in fretta che la vera dedizione, quella ad un sorriso malizioso e due occhi colmi di sofferenza che fanno struggere il cuore, è il biglietto vincente per la fine di ogni dolore.
Le guerre vanno e vengono, giovanotto, vanno e vengono, e noi andiamo e veniamo con loro. E noi non possiamo fare altro che cercare riparo e aspettare che passino.
Con grande maestria Dara Horn riesce a coniugare Storia e romanzo, dando vita ad un affascinante mosaico raffigurante la Guerra di Secessione americana degno di Via col Vento e, con quest'ultimo, condivide il tassello mancante di un finale aperto che lascia a bocca asciutta sul più bello.
Pensai che avevo perso soltanto una battaglia ma che in un'altra sera le cose sarebbero andate in modo diverso. Da allora ho imparato che non ci sono eccezioni; se lasci che qualcosa succeda una sera, succederà anche tutte le altre sere. La persona che sei questa sera è la persona che sarai sempre.


Risultati immagini per dara hornDara Horn è nata nel 1977 a Short Hills, New Jersey. Dopo aver conseguito un dottorato in Letterature comparate a Harvard nel 2006, ha insegnato Letteratura ebraica al Sarah Lawrence College e in altri istituti culturali americani e canadesi. Nel 2002 ha pubblicatoIn the Image ottenendo prestigiosi riconoscimenti letterari quali l’Edward Lewis Wallant Award e soprattutto il National Jewish Book Award che si è aggiudicata di nuovo nel 2006 con il suo secondo romanzo, Il mondo che verrà (il Saggiatore, 2007), tradotto in undici lingue. Nel 2007 la rivista letteraria «Granta» l’ha inclusa tra i venticinque migliori giovani narratori americani. L’autrice afferma di aver imparato l’ebraico da bambina per leggere la Torah e di aver cominciato a studiare yiddish per capire gli scrittori di fine Ottocento. Tra le sue fonti di ispirazione cita Saul Bellow e Philip Roth.

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