Recensione: "Gli anni al contrario" di Nadia Terranova

Quella de Gli anni al contrario è stata la prima presentazione a cui ho assistito quest'anno. Spero la prima di una lunga serie con opere altrettanto valide.
Buona lettura!
Cecilia

Titolo: Gli anni al contrario
Autrice: Nadia Terranova
Pagine: 144
Collana: Stile Libero Big
Prezzo di copertina: 16 euro
Prezzo ebook: 9.99 euro
Editore: Einaudi

Sinossi:
Messina, 1977. Aurora, figlia del fascistissimo Silini, ha sin da piccola l'abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è sempre stato lo scavezzacollo dei Santatorre, ce l'ha con il padre e il suo "comunismo che odora di sconfitta", e vuole fare la rivoluzione. I due si incontrano all'università, e pochi mesi dopo aspettano già una bambina. La vita insieme però si rivela diversa da come l'avevano fantasticata. Perché la frustrazione e la paura del fallimento possono offendere anche il legame più appassionato. Perché persino l'amore più forte può essere tradito dalla Storia.


Pranzo della domenica, alla tv il tg e la consueta rubrica che dà consigli di lettura. Alzo lo sguardo e la vedo di sfuggita.
Una foto, due ragazzi con le mani intrecciate sembrano accennare un ballo. Sono belli, l'aria sognante ed idealista ma a colpire maggiormente è quello sguardo perso verso altri lidi, luoghi distanti, volti che non siano quello della persona proprio davanti. Insieme all'incanto suggestivo ed ipnotico che fa frullare mille quesiti per la testa quella che ho scoperto essere la copertina di un romanzo trasmette un'infinito senso d'incompiuto. Provenienti da mondi e culture opposti, Aurora e Giovanni sono giovani e vogliono cambiare il mondo. Si incontrano per caso tra i banchi dell'università e, scambiando la voglia d'indipendenza per amore, vanno a vivere in una casa in miniatura che va assomigliando più ad un ostello che all'alcova immaginata inizialmente, troppo grande per due solitudini al quadrato. Proprio questo quadrato che doveva trasformarsi nel fulcro della rivoluzione sembra segnarla irrimediabilmente.
E' la fine degli anni Settanta, la fine della gioventù trascorsa irrevocabilmente tra riunioni di partito, gruppi di studio ed assenze sempre più frequenti nel tentativo di riempire un vuoto però incolmabile. Contrariamente a quanto si pensa, non si diventa grandi quando non si smette di dipendere da qualcosa o qualcuno; la maturità è invece raggiunta quando si impara a dare il giusto peso a ciò che dipende da noi. Spesso accade troppo presto o troppo tardi. E nel frattempo il tempo scorre in fraintendimenti, dietro miraggi vani di rivoluzioni d'un giorno, costruendo barriere esaltatrici dell'io come isola, a dimostrare che due solitudini non fanno una coppia e lasciano dietro di sé la sensazione d'aver vissuto anni al contrario.
Nadia Terranova, nata come scrittrice per l'infanzia, agli esordi come romanziera, non ha deluso le aspettative suscitate da una presentazione indisponente perché spoilerosa, da quei due che guardano lontano eppure, insicuri, non sanno mollarsi per davvero mentre aspettano la primavera; in fondo, inconsciamente hanno compreso, al contrario degli sciocchi, che nessuno si salva da solo.


Consigliato:
Tempo di lettura: 2 Giorni

Nadia Terranova (1978) è nata a Messina e vive a Roma. Tra i suoi libri, Bruno. Il bambino che imparò a volare(Orecchio Acerbo 2012, illustrazioni di Ofra Amit) che ha vinto il Premio Napoli e il Premio Laura Orvieto ed è stato tradotto in Spagna. Collabora con «IL Magazine» e «pagina99». Gli anni al contrario (Einaudi Stile Libero 2015) è il suo primo romanzo.

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