Recensione: "Non ti muovere" di Margaret Mazzantini

Titolo: Non ti muovere
Autrice: Margaret Mazzantini
Pagine: 295
Prezzo di copertina: 10 euro
Prezzo ebook: 6,90 euro
Editore: Mondadori

Sinossi:
Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa, immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla sala operatoria. E in questa attesa, gelata dal terrore di un evento estremo, quest'uomo, che da anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre distratto di un'adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato, costretto a raccontarsi una verità straniata e violenta. Parla a sua figlia Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro se stesso disarmato e osceno.



La vita di tutti i giorni: uscire sbattendo la porta, la scuola come destinazione. Lo scooter, la pioggia. Il dramma.
Quale occasione migliore per fare i conti con il passato ed i suoi fantasmi, quale luogo più adatto di una corsia d'ospedale mentre la Morte, seduta a fianco, fa compagnia aspettando di prendersi una parte di te?
Così Timoteo - nome bizzarro, colui che onora Dio, un Dio in cui non crede, a cui mormora una preghiera fra i denti che sembra piuttosto una minaccia - deve cedere. Deve spogliarsi dei propri segreti, perché di fronte alla morte non puoi tenerteli stretti, devi scenderci a patti e lasciarli andare.
Brillante chirurgo - primario addirittura - marito perfetto e padre esemplare, sulla sedia scrostata di una sala d'aspetto asettica resta solo l'uomo che, gettata la maschera, è un signore attempato con lo sguardo del ragazzino spaurito e sovrappeso dei tempi che furono ed un'impressionante somiglianza col padre che tanto disprezzo ha saputo meritarsi. Stessa storia, stesso posto, stesso bar o quasi.
Un bar di periferia, uno di quelli che non ci metteresti piede se non costretto, all'ultima spiaggia. E nonostante l'ambiente circostante fosse quanto più possibile lontano, in tutti i sensi, dalla spiaggia sabbiosa vicina alla casa al mare condivisa con Elsa, tanto più lontano dal suo, di ambiente, proprio lì, in quella bidonville dove può uscire dagli schemi ed essere sé stesso, l'uomo trova il punto di discontinuità che sogna da sempre; caldo e benefico come una stufa, come un neonato, Timoteo riceve un regalo inaspettato. Vivido ed intenso, un amore nuovo, pieno di paure, di quelli che non hanno posto nel mondo né capolinea. Di ciò dovrà chiedere perdono, di tutte le sue conseguenze, davanti alla Morte che sembra aver assunto le sembianze di un volto troppo truccato, un corpo scarno che a malapena compre le ossa con ai piedi zatteroni fuori misura. Cerca pietà per un sogno, castello in aria, tornato troppo presto tra le nuvole, una vita non vissuta che spera di poter barattare con la sorte mentre implora: Non ti muovere ed invece gli si stringe la mano.
Prima opera letta di un mostro sacro della letteratura italiana contemporanea, è graffiante e sembra entrarti dentro, meno appassionante però di come ci si aspetterebbe data la fama che ha. Non si muove, letteralmente.


Consigliato:
Tempo di lettura: 5 Giorni

Margaret Mazzantini è nata a Dublino. Ha scritto Il catino di zinco, Manola, Zorro, Non ti muovere (premio Strega 2002, premio Grinzane Cavour 2002), Venuto al mondo (premio Campiello 2009), Nessuno si salva da solo e Mare al mattino. Vive a Roma con la sua famiglia.

Commenti

  1. Ho imparato ad adorare la Mazzantini. Molto ruvida, aspra, veramente un toccasana dopo letture di libri carini e basta. Questo, lo dico sempre, dovrei rileggerlo: ero piccolo, non mi era piaciuto, anche se il film con la Cruz lo trovo tutt'ora bello bello. Venuta al mondo, però, è ben altra cosa :)

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    1. Il film è di prossima visione. Venuto al mondo lo avevo iniziato questa estate e poi mollato; non che non mi piacesse, solo che non era il momento giusto.

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