Recensione: "The Dome" di Stephen King

Salve a tutti, come state?
Qui sembra essere arrivata l'estate, con quaranta gradi all'ombra circa.
Oggi vi parlerò della mia ultima lettura, The Dome di Stephen King, e a questo proposito devo assolutamente rettificare quanto scritto nel W.W.W. Wednesdays di Mercoledì scorso:
THE DOME E' UN ROMANZO AUTOCONCLUSIVO.
Faccio mea culpa, una svista mi aveva portato ad affermare che non lo fosse, ma non mi ero accorta che l'edizione del romanzo di cui sono in possesso contiene un'anteprima di Joyland, romanzo di King pubblicato poco dopo l'edizione economica del suddetto The Dome.
Detto questo, se vi va, buona lettura.

Titolo: The Dome
Autore: Stephen King
Pagine: 1036
Collana: Pickwick
Prezzo di copertina: 12,90 euro
Prezzo ebook: 6,99 euro
Editore: Sperling & Kupfer

Trama:
È una tiepida mattina d'autunno a Chester's Mill, nel Maine, una mattina come tante altre. All'improvviso, una specie di cilindro trasparente cala sulla cittadina, tranciando in due tutto quello che si trova lungo il suo perimetro: cose, animali, persone. Come se dal cielo fosse scesa la lama di una ghigliottina invisibile. Gli aerei si schiantano contro la misteriosa, impenetrabile lastra di vetro ed esplodono in mille pezzi, l'intera area - con i suoi duemila abitanti - resta intrappolata all'interno, isolata dal resto del mondo. L'ex marine Dale Barbara, soprannominato Barbie, fa parte dell'intrepido gruppo di cittadini che vuole trovare una via di scampo prima che quella cosa che hanno chiamato la Cupola faccia fare a tutti loro una morte orribile. Al suo fianco, la proprietaria del giornale locale, un paramedico, una consigliera comunale e tre ragazzi coraggiosi. Nessuno all'esterno può aiutarli, la barriera è inaccessibile. Ma un'altra separazione, altrettanto invisibile e letale, si insinua come un gas velenoso nel microcosmo che la Cupola ha isolato: quella fra gli onesti e i malvagi. Tutti loro, buoni e cattivi, dovranno fare i conti con la Cupola stessa, un incubo da cui sembra impossibile salvarsi. Ormai il tempo rimasto è poco, anzi sta proprio finendo, come l'aria...


2 Stelle

Proprio non me lo aspettavo. Sarà stato il caldo, il momento, non so dire.
Dopo gli iniziali pregiudizi che avevo avuto su King, smentiti dal bellissimo 22/11/'63 che ho letto l'inverno scorso in uno dei miei colpi di testa, mi ero fidata di King, lasciando da parte le riserve sul suo genere; così, ispirata sia dalla sinossi che sembrava promettere un distopico un po' fosco, sia dalla realizzazione di una serie Tv basata sul romanzo, mi sono lasciata incantare.
Le prime settanta pagine sembravano promettere bene, con la Cupola calata sulla piccola cittadina americana e la delineazione dei profili dei personaggi, tutti egualmente insignificanti, e nonostante l'elevato tasso di mortalità e il dover consultare continuamente la lista dei personaggi con tanto di annotazioni a fronte in modo tale da distinguere chi fosse passato a miglior vita e chi no, la voglia di andare avanti c'era.
Arrivata a 200 pagine circa, la noia ed il nervosismo hanno avuto la meglio. Generalmente le descrizioni mi piacciono, non troppo minuziose perché preferisco avere una certa libertà d'immaginarmi personaggi e scene come voglio, ma le trovo utili per dare un'indicazione precisa dell'idea di chi scrive e anche per entrare in sintonia con i personaggi. In questo romanzo invece le descrizioni sembrano svolgere una funzione prettamente decorativa, lo stile è da una crudezza, una precisione quasi scientifica nel descrivere le morti dei vari personaggi e la Cupola, alternate a sarcasmo, quasi scherno, quando si parla di tutto il resto.
La prolissità poi, caratteristica di King notata anche in 22/11/'63, sommata a tutto il resto, non ha fatto altro che aumentare il fastidio e l'esasperazione provate di fronte a mille e più pagine di nulla chiosate da un finale letteralmente alieno.
Davvero delusa ed arrabbiata, magari darò un'altra chance a quest'opera guardando la serie Tv, di cui in questo periodo sta andando in onda negli Stati Uniti la seconda stagione, o forse leggendo l'altra opera di King sul mio scaffale, Duma Key, forse d'inverno, quando le inquietanti storie paranormali sono più facili da digerire.

Consigliato: no
Tempo di lettura: una settimana

Stephen King, acclamato genio della letteratura internazionale, vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha, a sua volta scrittrice. Le sue storie sono clamorosi bestseller che hanno venduto 400 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner e Frank Darabont. Nel 2003 gli è stata assegnata la National Book Foundation Medal per il contributo alla letteratura americana e nel 2007 l'associazione Mystery Writers of America gli ha conferito il Grand Master Award.

Commenti