Recensione - Commento: "La misura della Felicità - Come una bambina insegnò ad un libraio ad amare i libri" di Gabrielle Zevin

Salve a tutti, spero stiate bene.
Oggi vi parlerò di un libro atteso da molto tempo, La misura della felicità di Gabrielle Zevin, pubblicato qualche giorno fa dalla casa editrice Nord.
Questa premessa intende essere breve in quanto voglio solamente informarvi che questa recensione sarà particolare: per scriverla infatti, mi sono basata sui commenti dei libri preferiti del protagonista, A.J. Fikry, che accompagnano l'inizio di ogni capitolo del romanzo.
Buona lettura.



Titolo: La misura della felicità - Come una bambina insegnò a un libraio ad amare i libri
Autrice: Gabrielle Zevin
Pagine: 308
Prezzo di copertina: 16 euro
Prezzo ebook: 9,99 euro
Editore: Nord

Trama:
Dalla tragica morte della moglie, A.J. Fikry è diventato un uomo scontroso e irascibile, insofferente verso gli abitanti della piccola isola dove vive e stufo del suo lavoro di libraio. Disprezza i libri che vende (mentre quelli che non vende gli ricordano quanto il mondo stia cambiando in peggio) e ne ha fin sopra i capelli dei pochi clienti che gli sono rimasti, capaci solo di lamentarsi e di suggerirgli di «abbassare i prezzi». Una sera, però, tutto cambia: rientrando in libreria, A.J. trova una bambina che gironzola nel reparto dedicato all’infanzia; ha in mano un biglietto, scritto dalla madre: Questa è Maya. Ha due anni. È molto intelligente ed è eccezionalmente loquace per la sua età. Voglio che diventi una lettrice e che cresca in mezzo ai libri. Io non posso più occuparmi di lei. Sono disperata. Seppur riluttante (e spiazzando tutti i suoi conoscenti), A.J. decide di adottarla, lasciando così che quella bambina gli sconvolga l’esistenza. Perché Maya è animata da un’insaziabile curiosità e da un’attrazione istintiva per i libri – per il loro odore, per le copertine vivaci, per quell’affascinante mosaico di parole che riempie le pagine – e, grazie a lei, A.J. non solo scoprirà la gioia di essere padre, ma riassaporerà anche il piacere di essere un libraio, trovando infine il coraggio di aprirsi a un nuovo, inatteso amore…

La misura della felicità è una dichiarazione d’amore per la vita e le sorprese che ci riserva, ma soprattutto per i libri e i lettori, perché, come ci insegna la storia di A.J. Fikry, condividere un libro è il modo migliore per aprire il nostro cuore e raccontare qualcosa di noi.




LA MISURA DELLA FELICITA'

2014/ Gabrielle Zevin

Per una volta, il sottotitolo dice il vero.
Viene narrata la storia di un libraio che perde il proprio bene materiale più prezioso e trova invece un bene ancora più prezioso, una bambina, che dà senso alla sua intera vita e gli permette di capire cosa è davvero importante.
Ho desiderato questo libro da quando l'ho visto: se credessi ai colpi di fulmine, all'amore a prima vista anche con un oggetto, direi che con La misura della felicità lo è stato.
Tutto in questo romanzo sembra quadrare, ogni cosa ritorna; come in matematica o in filosofia: quando pensi di esserti liberata di algoritmi e teorie che professano di seguire la logica comune, per poi implicitamente seguirne una tutta loro, questi tornano a starti col fiato sul collo, a chiedere il conto.
Moltissimi sono gli spunti, sia di riflessione che di lettura, dati e credo ne seguirò alcuni.
Se non avessi di recente rivalutato il genere del racconto tramite la Munro, lo avrei certamente fatto per mezzo di questo romanzo.
L'autrice sa destreggiarsi bene nella psicologia dei personaggi, riuscendo ad intersecare numerosissimi riferimenti letterari, creando una vicenda che scorre fluida e densa, pregna di moltissimi elementi; oserei definirla corale perché la narrazione in terza persona consente ad ogni personaggio di dare il proprio contributo nel risolvere le varie incognite degli avvenimenti.
Sarebbe sicuramente stato il mio Libro dell'Anno, avrei voluto che lo fosse, tuttavia non posso ignorare una certa amarezza, quasi come un'assenza di speranza, che ho percepito in maniera piuttosto forte e mi fa storcere il naso. 
Lo rileggerò tra qualche tempo, forse, e così farai anche tu perché ricorda: Le cose che ci colpiscono a vent'anni, non sono necessariamente le stesse che ci colpiscono a quaranta e viceversa. Questo è vero nei libri e anche nella vita.
[..]Perché forse, nel mondo intero, in ogni istante, la misura della felicità è pari a quella dell'infelicità e, come dice Primo Levi in uno dei più drammatici scritti dell '900, tutti scoprono più o meno presto nella vita che la felicità perfetta non è realizzabile ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche un'infelicità perfetta.

C.A.D.



4 Stelle e mezza


Consigliato: si
Tempo di lettura: un giorno

Gabrielle Zevin è Laureata in Lettere a Harvard, da diversi anni  ha intrapreso con successo la carriera di scrittrice e autrice cinematografica. Nel 2007, per la sceneggiatura di Conversations with Other Women, il film con Aaron Eckhart e Helena Bonham Carter, è stata nominata agli Independent Spirit Awards, i prestigiosi premiper il cinema indipendente americano.



Commenti

  1. Ah, felice che ti sia piaciuto. Ho letto le prime sessanta pagine e, per ora, non so dirti. Diverso da come lo immaginavo, sicuramente!

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